SECRETS TO SELL YOUR
DESIGN SERVICES
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7 giugno - 16:00
10 giugno - 16:00
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Secrets to selling your design services is an interactive performance demonstrating the seducing aspects of buying and selling design services. Design duo Xsenofemme will invite the audience to join them in a live negotiation process, which will ideally result in the signing of a contract, and the formalization of a sale.
Design exists because of a very elemental human need to satisfy a certain desire for beauty, a lust for forms, a pleasure derived from owning. Design fairs like Salone del Mobile, become places where designers sell themselves more than their objects, since objects alone are not enough anymore for the voracious audience. They are used to selling parts of their corporeal identity such as specialized crafts, unique techniques, and the overall invisible physical choreography of labor behind their projects. The deepest desire of the designer becomes the one to be owned, to be bought just like its objects. The designers' financial dream is represented by the buyer, who expresses the complementary desire to own, to buy. The designer and the buyer, then enter in a waltz of negotiating ownership.
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PER PARTECIPARE ALL'INSTALLAZIONE, POSIZIONA IL
TUO TELEFONO SU UNO DEI CAVALLETTI, E LASCIA CHE
LE VOCI INFLUENZINO IL TUO ALGORITMO
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INCANTESIMO IN NETWORK NEURALE E VOCI:
Un network neurale riceve la parola Prophetai e continua la frase in questo modo:
Prophetai e’ uno studioso, studia il libro dei profeti.
E’ una figura molto illuminata.
Pero' allo stesso tempo, viene considerato un po’ ignorante.
Per esempio, spesso ci avverte che il destino di una moltitudine,
e’ nelle mani di pochi individui.
Ed e’ cio’ che ogni creatore del futuro vuole.
Fino ad oggi, non abbiamo ancora cambiato niente nelle nostre
vite. Prophetai dice alla comunità di non essere indifferente al
destino, ma di fare tutto ciò che può per proteggerlo.
Profezia: Come controllare il tuo futuro
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Prophetai e’ una riformattazione in versi e inversa
non predice, anticipa
non sogna, crea
non si adatta, disturba
e narra e contro-narra
per generare nuovi miti.
Queste voci richiedono ascolto
si infiltrano nei futuri gia’ scritti
e cambiano i passati gia’ raccolti.
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Lo specchio non riflette più quello che eravamo e lascia spazio
per restaurare un’altra verità, da chi abbiamo ricevuto il
privilegio di rifiutarla.
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Leggono le voci degli altri futuri, che da qualche parte sono già
realizzati.
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Prophetai e' un incantesimo, un sortilegio digitale che prende vita dalle parole, per incidere la possibilita' di quello che immaginano.
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Le voci si stagliano ed uniscono in un incantesimo, si rivolgono ai propri smartphone e ripetono e ripetono le formule magiche:
Ogni persona con cui condivido lo spazio ha una partecipazione e presenza attiva nello spazio che condividiamo e attraversiamo. Le mie possibilità sono le possibilità di ognun* e le possibilità di ognun* sono le mie possibilità, e sono possibilità di determinarsi e autodeterminarsi come meglio si crede, nella propria manifestazione fisica nella propria possibilità di spostamento e il lavoro non ‘ un ricatto , non e’ un obbligo, non e’ un mezzo necessario per il sostentamento.
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Sono in un quartiere dove tutto e’ più verde, con più animali in giro, più sorrisi e più complicità.Le persone che credono in questo mi aiutano, anche quelle che si nascondono e cerco di farle uscire dalla tana. Ci credo, gioisco di più’ delle piccole cose, riesco a far fluire di più’ anche quell’ansia che ho, la fluidità’.
Ho smesso di lavorare, io, i miei compagni, le mie compagne abbiamo i soldi per sostentarci, nessuno di noi sente questo ricatto, ci ha liberato e lo sentiamo che ci ha liberato da qualsiasi cosa. Non mi appesantisce per niente la presenza di uomini che mi insegnano le cose, se esistono io nemmeno lo so, stanno da qualche parte e io non ne ho idea. I rapporti tra le mie compagne non sono di potere, siamo arrivate al punto che non riproduciamo gli stessi sistemi di potere che ci hanno insegnato gli uomini. Dormo.
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Io parlo con gli altri, gli altri parlano con me. Io capisco gli altri, gli altri mi capiscono. Io attivo empatia, e gli altri attivano empatia. Il mondo e’ migliore.
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Vivo in un posto con tanto verde, e sia io che le persone attorno a me, che sono le persone a cui voglio bene, che stimo e che mi stimano e mi vogliono bene, viviamo senza preoccupazioni, senza ansia per il futuro costante. Lavoriamo perché vogliamo lavorare. Ci piace quello che facciamo, e quello che facciamo ci aiuta fra di noi, aiuta gli altri ma anche noi stessi. Voglio bene al mio corpo e il mio corpo vuole bene a me, lui non mi tradisce e io non tradisco lui.
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Vivo in campagna, mi sono innamorata e ho dei figli. Ho finalmente capito qual e’ il mio ruolo nella vita, e' finita la costante incertezza e ansia di sapere cosa faccio al mondo. Do valore agli altri e gli altri me lo restituiscono. Vivo in una piccola comunità’ che pero’ non e’ scollegata dagli altri, siamo tutte piccole comunità, siamo tutti uniti da una rete enorme. In questa comunità il lavoro e’ bellezza, e’ anche arte, e’ qualcosa che diventa uno scambio. C’e ossigenazione, c’e fluidità fra me e te, e’ tutto un passaggio di sapere, di cose belle. Pero’ continuo un rapporto con la città, mi allontano da uno schema capitalista, che mi vuole sempre a far cose, a far cose per dimenticare di aver fatto cose, pero’ allo stesso tempo continuo. Non c’e’ una separazione totale fra campagna e città’, c’e’ un’armonia.
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C’e' stata una rivoluzione enorme negli anni precedenti, c’e stata una mutazione genetica dell’essere umano. Una meraviglia. Fino a qualche anno fa non ci potevo credere. Tutti si rispettano, nessuno che prevarica, nulla. Addirittura non c’e’ la prevaricazione di nessuna forma vivente, nessuno lascia morire un animale, una pianta, un essere umano per strada. Io stessa non ci credo, infatti cazzo sono proprio felice. Io personalmente ho il mio compagno che e’ il mio compagno perfetto, non mi abusa psicologicamente, non mi ha mai messo le mani addosso. Fare l’amore con lui e’ una cosa meravigliosa, non mi cosalizza, insomma cose che io veramente mi dico.. ma e’ cambiato cosi, da un giorno all’altro! Ho ripreso a ballare, ho fatto un’operazione al ginocchio e subito, te la fanno e via, senza i tempi di ripresa. E ho scritto due libri.
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Ho realizzato tutti i miei progetti artistici che ho in sospeso, ho finito il fumetto, tutti e tre gli atti, ho realizzato il progetto degli arcani sulla fisiognomica marina, ho iniziato a scrivere le nuove storie per bambini e a illustrarle. Ho un calendario di tutti gli eventi a cui vorrei partecipare a scopo artistico. Ho accanto una persona che mi sostiene, che ha molta stima in me e che mi rispetta. Ma, anche prova dei sentimenti per me. I miei amic* sono persone che sanno apprezzarmi, io sono equilibrata a livello emotivo. Non c’e’ violenza, non c’e’ aggressività.
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Le voci scelgono parole da sottolineare e ripetere, in un mantra caotico di infiltrazione algoritmica:
CHIUSURA IN NETWORK NEURALE:
Chi davvero ha interesse per il destino futuro? Chi di noi crede, come te e me, in condividere il nostro destino e fato, anche solo in parti piccolissime?
Il tuo o il mio condividere non e’ in nessun modo radicale, universale, permanente. Queste cose non appartengono ad un* o nessun* di noi, le nostre famiglie, o i nostri amici più vicini.
Rivendico questo destino, questo destino dei loro, farlo mio, tuo e nostro. Lo condivido con tutt* noi.
Quello che io e te possiamo fare oggi e’ fare un passo avanti, guardare nel destino futuro, e gioire in quello. Rendere il destino collettivo nostro.
Possiamo sempre guadagnare qualcosa, ma possiamo solo cedere qualcosa, o rinunciarci. Non potremo mai rivendicarlo. Possiamo solo pretenderlo.
Creiamo un futuro autentico, attivato, condiviso per quell* che amiamo. Iniziamo con condividere tra di noi.
Creiamo strade per pretendere il nostro destino. Lo riappropriamo insieme.
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Testo scritto in collaborazione con un network neurale e con le partecipanti del workshop Prophetai, per la residenza artistica Beyond Binaries, Giugno 2022.